A soffrire si impara e l’infelicità è un’arte che si apprende fin da piccole, grazie all’insegnamento di chi ci ha precedute. Antenate, nonne, zie, prozie si snodano in una processione che arriva da lontano, ognuna con il proprio fardello, fino a chi ci è più vicino: la madre. Una madre svalutante e glaciale per Serena, protagonista di questa storia ispirata al vissuto dell’autrice. Alla ricerca di una forma di salvezza, Serena recide i legami con la famiglia, il passato, gli amici, il paese dell’infanzia pieno di ricordi. Fino a quando quella madre terribile muore e la figlia dopo una lunga assenza ritorna. Senza perdere l’ironia e l’acume tipici del suo stile, Silvia Ziche si misura con il suo primo libro fuori dai confini dell’umorismo, condividendo una storia privata eppure capace di parlare a quella parte indifesa, nascosta in molte e molti di noi. Una storia personale e universale che unisce dramma e commedia, con una profonda e toccante analisi delle relazioni fra madre e figlia.
Autore
Ziche Silvia
Titolo originale
La gabbia
Traduttore
-
Editore
Feltrinelli
Collana
Feltrinelli Comics
Anno edizione
2022
In commercio dal
Formato
Libro in brossura
Pagine
144
Dimensioni
-
Codice EAN
9788807551222
La gabbia
Ziche Silvia - Autore
La gabbia
Conosci l'autore
Silvia Ziche, autrice disneyana, creatrice di Lucrezia e molto ancora, dopo cinque anni di preparazione, pubblica un testo che è semplicemente perfetto in ogni singolo fumetto e per ciascuna parola scelta. È il dialogo tra la protagonista, Serena, con la madre che non c’è più e con chi avrebbe potuto esserci. Un dialogo mancato in vita e che diventa un bilancio finale, positivo. C’è l’incomprensione, naturale, tra madre e figlia, ma anche un rapporto affettivo malsano. Quel dover compiacere e meritarsi di essere amati, che porta a “pensare che per farsi amare bisognasse stare male” e, poi, a scegliere partner sbagliati, scambiando l’indifferenza per amore. Il dolore è una catena che nasce da lontano, che si tramanda, assieme ai sensi di colpa e alle frustrazioni, se non si è in grado di spezzarla. Ci si riesce crescendo, capendo e imparando dagli errori, assumendosi le proprie responsabilità e, anche, accettando e perdonando. La storia di Serena ci fa piangere, ma ci lascia con il sorriso di chi ce l’ha fatta.